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USO OTTIMALE DELLE ERBE MEDICINALI

Affronteremo settimanalmente un argomento che costituisce molto spesso l'oggetto delle richieste di chi entra in farmacia e cioè le eventuali controindicazioni che alcune erbe officinali possono dare nei confronti del nostro organismo specie se in presenza di alcune patologie, le possibili interferenze tra piante medicinali diverse o tra piante officinali e farmaci di sintesi. Fitoterapia è una parola che trae origine dal greco cioè PHITO pianta e THERAPIA cura. Quindi curarsi con le piante. E' la scienza che studia l'impiego a scopo curativo di piante medicinali sottoforma di droghe per tisane o estratt. Esistono ad esempio sostanze di origine vegetale ad attività antinfiammatoria, immunostimolante, disinfettante ecc., utilizzate comunque secondo i canoni della medicina scientifica tradizionale.

L'uso delle piante come terapia per le varie malattie è antichissimo, probabilmente risale alla preistoria periodo in cui l'uomo, cibandosi di bacche e radici spontanee, sperimentò casualmente i loro effetti curativi o al contrario i loro effetti tossici. Già gli egizi sapevano distillare piante aromatiche dalle quali ottenevano oli essenziali usati per celebrazioni liturgiche, per preparare cosmetici e per la terapia di alcune malattie. Nell'antichità l'utilizzo delle piante era spesso associato a riti magici o religiosi. Infatti spesso la loro raccolta, preparazione e somministrazione era riservata a varie figure importanti all'interno della comunità come streghe, maghi, anziani, sacerdoti, le cui conoscenze derivavano da una lunga tradizione orale. Frequente è anche l'unione con la mitologia. Nelle leggende erano spesso presenti piante curative, mentre altre sono ricordate dai nomi delle stesse. Ad esempio il nome Achillea deriva dall'uso che Achille ne faceva per la cura delle ferite per l'effetto cicattrizzante. I Greci scolsero un ruolo fondamentale nel tramandare le conoscenze sulle erbe aromatiche e medicinali. La storia ricorda soprattutto colui che è stato il padre della medicina e mi riferisco a Ippocrate (460-370 a.c.), grazie al quale la medicina uscì dalla sfera della superstizione per diventare medicina popolare. Le nozioni tramandate da Ippocrate furono riprese in epoca romana da Galeno, medico e amico dell'imperatore Marco Aurelio. Dal suo nome deriva l'aggettivo galenico che indica una preparazione medicinale composta da sostanze organiche naturali. Si deve proprio a Galeno questo aforisma "la natura è il miglior medico, guarisce tre quarti delle malattie e non sparla dei suoi colleghi". Le sue opere furono testi di riferimento fondamentali fino al XVI secolo, cioè fino all'avvento di Paracelso (1493-1541), il medico e alchimista svizzero che può essere considerato il primo erborista e farmacista moderno in quanto studiò sistematicamente gli effetti terapeutici delle sostanze ricavate dalle painte. Vi faccio riflettere sul fatto che fino a poco più di un secolo fà le erbe officinali erano l'unica fonte di farmaci per l'umanità e che quest'ultima è sopravissuta millenni con l'ausilio della sola fitoterapia. Ma le cose erano destinate a cambiare...(continua la prossima settimana).